Società e Knitting 🌍🧶

L'arte creativa del lavoro a maglia fornisce una chiave di lettura originale della società, fatta di pazienza, riflessione, meraviglia. In questa sezione si raccontano le esperienze di chi la filosofia knitting l'ha applicata alla propria vita, migliorandola e mettendola a servizio della collettività, nella convinzione che sferruzzando si possa contribuire a realizzare un mondo migliore. 


Curvy? Non per l’universo knit

Spesso chi indossa una taglia curvy fatica a trovare abiti carini da mettere, cose che possano essere adatte allo stile di ciascuna, nonostante le forme abbondanti. Solo di recente l’industria dell’abbigliamento ha dedicato capi generosi a questa fascia di consumatori, dopo alcune battaglie di sensibilizzazione sulla mancata attenzione agli oversize. La non rappresentatività di tutti quei corpi diversi dallo standard predominante, caratterizzato da magrezza spinta, ha scatenato, infatti, una serie di discussioni e azioni per rendere l’industria della moda più inclusiva e attenta.

Nel frattempo che ciò avvenisse l’universo knit è intervenuto a dare una mano. Non sono pochi infatti coloro che, non riuscendo a trovare vestiti abbastanza grandi da indossare, hanno deciso di inforcare ferri e uncinetto, realizzando abiti originali, in piena autonomia, controllandone il colore e la vestibilità in base al proprio gusto e piacimento. Una forma di libertà che ha permesso alle taglie forti di esprimere il proprio stile e sentirsi parte del mondo della moda, che ancora non le aveva integrate. 

Oggi per fortuna, come si diceva, le cose sono migliorate. Esistono infatti sezioni curvy in quasi tutti i grandi store di abbigliamento, i marchi della moda hanno operato una drastica rivisitazione del campionario offerto, incudendo anche taglie con tante X e tante L. Tuttavia resta da dire che la battaglia è ancora lunga. Ancora oggi non sempre è possibile trovare tutte le taglie disponibili di uno stesso capo, a svantaggio appunto di quelle più grandi e spesso le persone curvy sono costrette ad accontentarsi di quello che trovano in commercio.  


Addio liti con il vicino

Avete presente quel rumore stridulo che si produce nell’atto di sedersi o alzarsi da una sedia quando siamo in casa? Quante volte questo gesto ha causato dei graffi sul nostro parquet o le lamentele del vicino del piano di sotto? Credo sia capitato a tutti. Ebbene il rimedio fino ad oggi è stato quello di applicare dei gommini adesivi di feltro usa e getta sotto la punta dei piedi delle sedie. Questo ha sicuramente aiutato a dissipare i malumori tra i condomini ma non ha di certo aiutato il pianeta a vivere meglio. I gommini infatti si consumano velocemente e non sono riciclabili, per cui siamo costretti a comprarne di continuo, contribuendo pian piano ad aumentare l’inquinamento della Terra. Adesso finalmente possiamo operare un cambiamento definitivo. 

Come è noto la filosofia knitting rigetta il consumismo a favore del riciclo e dell’arte creativa del lavoro a maglia. Ed ecco che ci viene in soccorso ancora una volta. Seguendo dei semplici patterns disponibili in rete è possibile realizzare dei “calzini per sedia”, delle protezioni fatte all’uncinetto da posizionare sotto le gambe delle nostre sedute. Sono semplici da confezionare, divertenti, personalizzabili, lavabili, versatili. Un piccolo gesto che ci rimette in sintonia con il mondo, a partire dai vicini.


L’ecoansia si affronta sferruzzando

Donald Trump, nel suo primo giorno di mandato come Presidente degli Stati Uniti d’America, ha deciso di ritirarsi dall’Accordo di Parigi, il trattato internazionale con cui si contengono gli effetti della crisi climatica mondiale, che ha tra i suoi obiettivi principali quello di cercare di evitare che le temperature globali aumentino di oltre 1,5° C.

Un gesto a dir poco allarmante che non ha mancato di suscitare preoccupazione da parte di chi è sensibile alle tematiche ambientali. Tra questi ovviamente gli knitters che hanno deciso di rendere concretamente visibile gli effetti del surriscaldamento del pianeta attraverso qualcosa di tangibile. 

Si chiama “Tempestry Project” il progetto di arte tessile di sensibilizzazione ambientale e di attivismo per il clima nato a Washington, negli Stati Uniti, nel 2017 che riunisce una comunità di appassionati di maglieria allo scopo di fornire in chiave knit la rappresentazione dei dati sul cambiamento climatico. Il termine "tempestry" è una parola composta da "temperature" (temperatura) e "tapestry" (arazzo).

Il progetto abbraccia la tendenza umana a dare più valore all'esperienza personale rispetto ai dati astratti attraverso le rappresentazioni esperienziali. Un assunto della filosofia knit. E così l’arte manuale degli knitters si fonde con i dati sul riscaldamento globale dando vita a lavori di maglieria dei più svariati tipi, in base alle esigenze personali. Sono solitamente realizzati arazzi ma anche sciarpe da indossare, cosa importante è che tutte le opere utilizzano gli stessi 32 colori originali Tempestry.

Acquistando il kit in dotazione si scelgono i colori giusti per il clima della propria zona, a seconda dei corrispondenti intervalli di temperatura, i coloro vanno dai toni più caldi a quelli più freddi e i gradi sono espressi in Fahrenheit da un lato e Celsius dall'altro. 

La realizzazione di un lavoro a maglia sul cambiamento della temperatura del clima del proprio stato, aumenta la consapevolezza quotidiana e può essere un processo catartico per scongiurare l’ecoansia che sta affliggendo soprattutto le nuove generazioni. 


Trump lontano dalla Filosofia Knit

Lo scorso 20 gennaio Donand Trump è diventando il 47° presidente degli Stati Uniti d'America. Come reagirà il mondo knit? Già in passato la figura di questo discusso personaggio politico ha agitato l’universo degli knitters di tutto il mondo. 

Subito dopo il suo primo insediamento alla Casa Bianca nel 2017, una folta marcia di manifestanti sfilò in tutto il mondo in segno di dissenso alla sua politica conservatrice. I manifestanti si caratterizzarono dal fatto di indossare un cappello rosa fatto all’uncinetto. Nacque così il movimento femminile “Pussyhat” ancora oggi molto attivo. Femminile perchè ideato da due donne, l’architetta Jayna Zweiman e la sceneggiatrice Krista Suh, durante le lunghe chiacchierate nel circolo di maglieria Little Knittery di Kat Coyle. Le due knitters scoprirono di essere accomunate, oltre che dalla passione per la maglia, anche da quella politica per i diritti delle donne, così decisero di contrastare l’ascesa del presidente Trump con una marcia a Washington DC. La proprietaria di Little Knittery, Kat Coyle, si unì a loro e progettò un modello semplice di berretto che avrebbe consentito a tutti di partecipare al progetto. Per la manifestazione fu scelto il nome Pussyhat, non a caso. Si voleva stigmatizzare la volgarità di alcuni commenti di Trump sulla libertà che provava nell'afferrare i genitali femminili, e in più si scelse di trasformare la parola  "pussy" in un termine di empowerment. La protesta si diffuse velocemente e chiunque in casa si attrezzò per realizzare il cappello rosa di maglia. Il risultato fu sorprendente.

Ma le proteste dirette a Donald Trump da parte degli knitters non si esauriscono qui. Il 23 giugno 2019, la piattaforma di maglieria online Ravelry, che vanta milioni di utenti, è stata costretta a vietare post a sostegno della campagna elettorare del presidente Trump. Alcuni knitters infatti usavano in modo improprio il famoso sito di maglieria per diffondere post con contenuti politicamente orientati a pubblicizzare Trump e la sua amministrazione. Con un annuncio diramato su Twitter gli amministratori di Ravelry presero subito le distanze dalla condotta insana di questi utenti dichiarando: "Non possiamo fornire uno spazio che sia inclusivo per tutti e allo stesso tempo consentire il supporto alla supremazia bianca aperta". Ne seguì un aggiornamento in merito alla politica sui contenuti da condividere sul sito. Fu consentito a tutti gli utenti di usare gli spazi di socializzazione di Ravelry, compresi i fan di Trump, ma senza affrontare tematiche di odio e intolleranza di cui erano infarciti i commenti pubblici dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America. Con questa nuova politica Ravelry si guadagnò la reputazione di promuovere una rete amorevole e solidale di knitter. Sui forum alcuni utenti proposero slogan come: "Orgogliosi di essere un Raveler".


Riportiamo i centrini al centro

Le mode cambiano e alcuni tessuti, che prima ornavano le nostre case, restano purtroppo confinati sui fondi dei bauli solo per ricordo. Un esempio per tutti è il centrino della nonna. Chi non ne possiede in casa almeno uno? Erano realizzati all’uncinetto, solitamenti bianchi o dai colori chiari, e venivano usati per sottolineare la bellezza di un soprammobile sui ripiani del salotto. Oggi non si usano più ma perchè non pensare di mettere al bando la nostalgia e donare nuovo lustro all’arte manuale delle nostre antenate? Sono molteplici infatti i riutilizzi dei centrini della nonna. Basta solo creatività e voglia di mettersi in gioco. A volte è veramente sorprendente il risultato che si ottiene e ci lascerà di stucco. Gli occorrenti che servono per la realizzazione delle innumerevoli e originali creazioni con i centrini sono tra l’altro molto economici e di semplice utlizzo, per cui davvero vale la pena tentare e divertirsi. Un modo simpatico di ricollegarsi con il passato e riscoprire l’amore e la cura che le nostre care infondevano negli ambienti domestici.

Solo a titolo di esempio un elenco di possibili utilizzi: quadranti per orologi da parete, copribarattoli di vetro, paralumi, collane, quadri e tele, runner, inserti per magliette, federe per cuscini, decorazioni per borse, coprisassi, acchiappasogni, ghirlande natalizie e pasquali, decorazioni per tovaglie e lenzuola, separè, cestini per il pane e tanto tanto e tanto altro ancora, non c’è proprio limite alla fantasia. 


Ferri da maglia da record

Nel Regno Unito sono stati creati i ferri da maglia più grandi del mondo. A realizzare questa incredibile opera ci ha pensato un’artista visuale molto ingegnosa. Il suo nome è Elizabeth Bond, in arte Betsy Bond. Da sempre affascinata dall’arte dell’handmade, influenzata in buona parte dalle atmosfere familiari, Betsy ha deciso di affrontare la sfida di realizzare un record assoluto ai tempi dell’università, in occasione della sua tesi di laurea al Wiltshire College, un college di arte e design. 

Già da bambina, per vedere subito crescere le sue opere di maglieria, preferiva usare i manici di scopa al posto dei tradizionali ferri da maglia. Gli enormi ferri rossi, perfettamente utilizzabili grazie alla loro leggerezza, sono stati realizzati in plastica di polietilene e misurano esattamente 4,3 metri di lunghezza per 9.01 cm di diametro. 

L’iscrizione del record mondiale nei Guinness dei Primati risale al 2019 e Betsy per poterla ottenere ha dovuto dimostrare che i ferri da maglia fossero effettivamente funzionanti, pertanto ha dovuto lavorare un filato di almeno 10 punti e 10 file, intreccio che poi è andato via via crescendo in occasione delle varie mostre in cui l’artista si esibiva. 

La maglia gigante è anche un'opportunità per usare tessuti riciclati e dismessi, come vecchie magliette o tovaglie, un modo per contribuire al riuso intelligente di materiali usati. 

Elizabeth Bond oggi è un’artista affermata e continua a realizzare opere d’arte e sculture presso la galleria d’arte Magna Gallery.

I ferri da maglia sono stati venduti alla Ripley Entertainment Inc. negli Stati Uniti, diventando parte della loro collezione permanente.


Bombardare la città di maglieria

Lo Yarn bombing è una forma d’arte caratterizzata dall’innesto di creazioni a maglia o all’uncinetto su opere urbane presenti in luoghi pubblici. Una forma di graffitismo non ottenuta con gli spray ma con i filati di lana e cotone. Nata negli Stati Uniti diversi anni addietro la tecnica dello Yarn bombing è ormai diffusa in tutto il mondo e ha generato vere e proprie opere artistiche.

Anche in Italia questa forma d’arte è molto sviluppata e vanta numerose iniziative a carattere sociale. A Genova nel 2013, grazie al Progetto Intrecci Urbani, lo Yarn bombing si è realizzato lungo il porto antico della città. Stessa cosa a Cesenatico, nel 2014, dove ad essere decorato di filati colorati ed intrecciati è stato il ponte Garibaldi. Sempre nel 2014 a Viterbo un gruppo di knitters si è riunito nell’associazione "Yarn bombing Viterbo" per abbellire con filati artistici gli spazi della città. A Trivento, in Molise, nel 2021, grazie all’associazione “Yarn Bombing Trivento”, è nato lo Yarn Bombing Festival, un percorso artistico dove le opere di maglia sono nascoste negli scorci antichi. A Barzanò, in provincia di Lecco, infine, nel 2022 è nato il primo festival internazionale di Yarn Bombing, che accoglie più di trecento opere provenienti da ogni parte del mondo.


L’albero di Natale all’uncinetto

Lattarico, un paese in provincia di Cosenza, in Calabria, è una comunità di circa 3700 persone e quest’anno ha avuto il piacere di poter ammirare un albero di Natale davvero speciale: un albero granny! L’albero è stato realizzato interamente all’uncinetto grazie alla tecnica delle mattonelle grannysquare, quattromila per l’esattezza, il vivace tessuto colorato che ne è venuto fuori è stato poi sistemato su una struttura di legno, con l’aggiunta di luminarie, per essere esposto in piazza del Popolo. 

L’albero di Lattarico è probabilmente il più alto albero natalizio in maglia realizzato finora in Italia, la sua altezza infatti raggiunge i 14,20 metri, un numero da guinness dei primati.

Questo incredibile lavoro di pazienza e precisione è il frutto della collaborazione di sessanta donne del paese calabro, che hanno deciso di dedicare il loro tempo per omaggiare il Natale nel pieno rispetto della filosofia knit.


La super calza della Befana granny

In un borgo della Toscana, precisamente a Montecarlo di Lucca, è possibile ammirare un omaggio alla Befana davvero eccezionale. Stiamo parlando di una calza realizzata interamente all’uncinetto ed esposta nella via principale del paese. A realizzarla sono state le “uncinettine di Montecarlo”, un gruppo di knitters riunite nell’omonima associazione che da aprile si sono messe al lavoro per arrivare puntuali ad esporre la loro simpatica idea in occasione dell’Epifania.

Definita la più grande della regione, la maxi calza della Befana è alta quattro metri per due e per realizzarla ci sono volute circa cinquecento mattonelle granny, agganciate poi su una struttura di ferro. Le uncinettine sono solite realizzare lavori knit in collettività, in particolare in estate quando le giornate si allungano ed è piacevole creare lavori di maglieria all’aria aperta. Ed è grazie a Monica della merceria “Idee Per” di Montecarlo di Lucca che questo gruppo di sferruzzatrici ha potuto incontrarsi e condividere piacevolmente la grande passione per la maglia, nell’ottica dell’amicizia e del reciproco sostegno, in piena filosofia knit. 


Appuntamento al cinema con l’uncinetto

Si chiamano Crafty Cinema Night (o anche Crafty Movie Night) gli appuntamenti al cinema knitting, eventi che stanno prendendo velocemente piede all’estero, in particolare in Australia e in Inghilterra, e che associano due grandi passioni: il cinema e il lavoro a maglia. Durante questi incontri è possibile andare al cinema, sedersi comodamente in poltrona, vedere il film ma anche continuare il proprio lavoro a maglia. Al buio direte? Niente affatto, pochè per l’occasione la sala cinematografica viene predisposta per accogliere gli knitters lasciando le luci abbassate, quindi non spente come in una normale proiezione di film. In questo modo è possibile sia vedere il film che sferruzzare. Durante questi incontri, che si tengono soprattutto di pomeriggio, si conoscono tante persone che condividono la passione per la maglieria, il vicino di poltrona può accompagnarti nella visione del film con i suoi consigli in tema knit e offrirti magari dei suggerimenti per migliorare il lavoro a maglia che si sta realizzando. La creatività e l’allegria non mancano nel corso di questi appuntamenti e così è possibile scambiare chiacchiere a bassa voce e godersi l’esperienza cinematografica in una nuova modalità, molto simile al salotto di casa. Un nuovo modo di stare insieme, all’insegna del relax e della vicinanza tra le persone, in perfetta filosofia knitting. 


La protezione di un cancello di maglia

L’utilizzo delle tecniche knit ha spesso applicazioni inaspettate. Lo dimostra Anne Eunson, un’appassionata di maglieria che ha fatto della sua passione qualcosa di più che un semplice hobby. Di origini scozzesi Anne Eunson è una designer e tutor di maglieria, specializzata in pizzo, residente ad Hamnavoe nelle isole Shetland. Ispirata dal mondo knit, Anne ha deciso di realizzare un cancello di maglia per il suo giardino. Data l’ambizione del suo progetto ha dovuto dotarsi di attrezzi speciali che fossero qualcosa di più di un semplice uncinetto. Infatti per confezionare il suo meraviglioso cancello di pizzo scozzese Anne si è servita di aste per tende appositamente adattate come ferri e di un filato speciale, ossia una corda nera molto resistente simile alle reti da pesca presenti nel vicino porticciolo. Dall’intreccio dello spesso spago con gli speciali ferri di grosso diametro è venuta fuori la bellissima recinzione in pizzo che oggi Anne sfoggia orgogliosa davanti la sua casa. Ci sono volute circa tre settimane di lavoro, utilizzando una ripetizione di 23 maglie di un familiare motivo di pizzo delle Shetland. Una volta terminato il lavoro, Anne ha agganciato saldamente il filato di pizzo su una robusta struttura di legno. Il colpo d’occhio è notevole ed Anne si reputa soddisfatta della sua realizzazione knit.  


Back to school con creatività

Tornati dalle vacanze estive ci si prepara per il rientro in classe e quale miglior occasione per sfoggiare un kit originalissimo sui banchi di scuola? Con l’uncinetto è possibile realizzare qualunque cosa si voglia e per l’occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico ecco che la filosofia knitting torna in aiuto con una gamma variegata di idee e proposte.

A maglia si possono realizzare tutti i principali oggetti che solitamente si usano a scuola come portapastelli, segnalibri, portapenne, cover per libri scolastici, borse, zainetti e tanto altro ancora, non c’è limite alla fantasia e con un poco di pazienza si riesce a realizzare in autonomia la linea desiderata e che più si conviene con il proprio stile. La rete offre tutta una serie di pattern già predisposti per realizzare con facilità gli oggetti desiderati, da considerare anche come ottimi regali per nipoti e amici. 

Un modo sostenibile insomma di iniziare il nuovo anno scolastico, all’insegna della creatività e magari del riuso di filati già presenti in casa. 


Un tunnel di mattonelle all’uncinetto

L’artista Jeila Gueramian recupera lembi di stoffa e tessuti usati e li collega tra loro, grazie al ricorso del lavoro a maglia, generando opere complesse, variopinte e multiformi, che amplificano il senso del singolo oggetto dandogli respiro più ampio. “Faccio molti acquisti dell’usato ed è sempre stato affascinante per me il fatto che l’amore e il tempo di qualcuno siano stati investiti in questi oggetti e che vengano poi scartati, volevo quasi continuare il loro viaggio in qualcosa di più, è una specie di coscienza collettiva dell’uncinetto.” 

Una delle opere più famose della Gueramian è It's You un’installazione del 2014 presente al Crystal Bridges Museum of American Art negli Stati Uniti e che sintetizza al meglio questa intenzione. 

It’s You è un tunnel gigante composto di parti diverse unificate da un operazione di assemblaggio grazie al lavoro a maglia; il knitting dimostra come il rapporto che tante persone hanno con il lavoro a maglia è qualcosa di ripetitivo, che in un certo senso raggiunge uno stato meditativo, la maglia diventa un processo di sublimazione dell’esistenza. “It’s You è una cosa gigantesca ed è in realtà l’universo, sono io, sei tu, è chiunque, tutti fanno arte in continuazione ed è solo una specie di dimostrazione che è tutta una percezione o come la si etichetta e basta guardare queste cose di tutti i giorni per trovare la bellezza in esse

Nata a Los Angeles il 9 giugno 1971 Jeila Gueramian è un'artista multidisciplinare, nota soprattutto per le sue installazioni variegate, che combinano tessuti riutilizzati e tecnologia avanzata. Ha studiato presso la Otis Parsons School of Design ed espone nei più famosi musei del mondo.

Jeila Gueramian vive e lavora a Fort Greene, Brooklyn negli Stati Uniti. 


A volte basta una rispolverata

La filosofia knitting entra a pieno titolo in cucina grazie ad una semplice e rivoluzionaria intuizione. Tutto nasce dall’idea di un’anziana donna di Mazzano Romano  di postare su un social una pratica, probabilmente antica, che consiste nel riutilizzare i centrini realizzati all’uncinetto come stampo per decorare dolci e sformati. Da lì l’effetto imitativo della rete è partito ed ora ecco che, tra mestoli e padelle, nelle cucine compaiono anche lavori a maglia dimenticati, rispolverati per l'occasione. Il centrino che prima veniva usato solitamente per decorare il ripiano di un mobile, dove veniva posta una cornice d'argento o una preziosa porcellana, adesso è utensile da cucina, al pari degli altri stencil che si usano per abbellire i dolci, questi ultimi spesso in plastica e poco ecologici. L’uso dei centrini della nonna sulle torte è una sana riscoperta che si muove nell’ottica del riuso creativo di vecchi oggetti, quindi della sostenibilità e del risparmio energetico. Inoltre la trama che ne viene fuori è molto convincente, dona al dolce un tocco romantico che riscalda il cuore e ci trasporta in epoche passate. 


Come non smarrire il filo della speranza

La solidarietà è frutto di intrecci, legami ben intessuti che riescono a generare azioni di benessere collettivo. Questo a Santa Maria di Castellabate (Sa) lo hanno ben compreso. Per il secondo anno consecutivo infatti, lo scorso maggio, ha preso vita l’iniziativa “Il filo della solidarietà”, un evento promosso per sostenere la ricerca contro il cancro. Organizzato dall’Associazione Raffaele Tortora nel 2023, in collaborazione con altre numerose realtà associative del territorio cilentano, l’evento “Il filo della solidarietà” coinvolge tutta la popolazione di Castellabate, attraverso mercatini, degustazioni, concerti, lotteria, yarn bombing, laboratori e tante altre iniziative ancora, tutte accomunate dal tema del lavoro a maglia. Un’iniziativa in perfetta linea con la filosofia knitting dunque che non delude le aspettative. L’intero ricavato delle vendite dei prodotti e servizi offerti durante l'evento viene devoluto a favore di AIRC - Comitato Campania. Quest’anno il ricavato è andato oltre le aspettative, segno che la solidarietà è un’esigenza molto sentita dalla gente e sposa volentieri iniziative come queste. 


La forza rivoluzionaria del lavoro a maglia

L’artista australiana Casey Jenkins ha ben compreso la potenza della filosofia knitting e ha deciso di sfruttarla non solo per le sue performance artistiche ma anche per vere e proprie azioni politiche di propaganda. Con un gruppo di knitters ha fondato a Melbourne il movimento “Knit Your Revolt!” che si è diffuso rapidamente in tutti gli stati dell'Australia con importanti focolai d'azione politica di rivolta. Il movimento affronta questioni spinose come quelle che riguardano i richiedenti asilo, la misoginia culturale, il conservatorismo estremo. Una protesta politica knit che si muove per le vie dell’Australia con grandi striscioni lavorati a maglia e all’uncinetto. Una scelta non casuale ovviamente. Secondo la Jenkins il lavoro a maglia può fungere da potente mezzo per comunicare opinioni politiche, soprattutto se legate a questioni di genere: “L'unica ragione per cui vedono il lavoro a maglia come una cosa debole è perché è associato alle donne ed è così che vedono le donne”. L’obiettivo di “Knit Your Revolt!” è sovvertire le basse aspettative della società nei confronti delle donne per combattere altre nozioni assurde circa l’identità di genere, l’orientamento sessuale e ad altri campi di disuguaglianza o ingiustizia, e creare una potente forza di cambiamento verso un mondo più equo.


Laurearsi a ritmo di good vibes

La ricerca del benessere psicologico e della felicità sta diventando, soprattutto tra i giovani, una necessità impellente, il bisogno primario da soddisfare a cui dare massimo ascolto. E anche stavolta il lavoro a maglia viene in soccorso. In linea con la filosofia knitting infatti nasce il primo laboratorio di uncinetto all'interno di un ateneo. Succede all’Università degli Studi di Milano Bicocca, alla fine del 2023. In piena autonomia alcuni studenti e studentesse hanno avvertito l'esigenza di arrestare le logiche meritocratiche e prestazionali, nelle quali si stavano sentendo soffocare.  L’università deve essere un luogo di socializzazione non un esamificio. Questo alla Bicocca lo hanno capito e così tra un corso universitario e l’altro gli studenti si riuniscono nell’aula U6-21 per rilassarsi, allontanare l’ansia, socializzare. Il laboratorio di uncinetto e lavoro a maglia è inteso come uno spazio inclusivo, terapeutico, aperto a tutti, si svolge di martedì, dalle 17 alle 20, e accoglie anche studenti e studentesse alle prime armi, meno esperti di maglia.


Il social network degli knitters di tutto il mondo

Si chiama Ravelry il primo social esclusivamente dedicato agli amanti di lana e filati. Nato nel 2007 negli Stati Uniti raccoglie oggi oltre un milione di knitters diffusi in tutto il mondo. Sul sito di Ravelry è possibile custodire un proprio spazio, un taccuino personale, in cui tenere traccia dei propri lavori, progetti, filati e fibre, strumenti e libreria di modelli. Inoltre è possibile condividere liberamente le proprie creazioni, ispirate magari dal ricco database di modelli e filati che la comunità di knitters offre, in aggiornamento costante. Sul sito web esistono migliaia di forum e gruppi di lavoro che forniscono supporto e suggerimenti, appassionati di maglia con cui è possibile connettersi per condividere le proprie esperienze knit. Una vera e propria comunità creativa in cui si sperimenta e non si smette mai di imparare a lavorare a maglia, per poter esprimere al meglio la propria personale visione knit del mondo. 


Intessere vicinanza è questione di pazienza

Liisa Hietanen, artista finlandese specializzata in design, ha decisamente applicato la filosofia knit alla sua vita. Nata nel 1981 in Finlandia ha trasformato la sua passione per l’uncinetto nella via di accesso alla conoscenza umana. Ha immortalato la gente del suo villaggio di Hämeenkyrö, infatti, in iperrealistiche sculture di maglia a grandezza naturale. Una trovata che le ha permesso di entrare in contatto più intimo con i suoi vicini e conoscenti. I personaggi del suo villaggio vengono da lei studiati con attenzione e riprodotti all’uncinetto con dovizia di particolari. Per Liisa la maglia diventa l’occasione per prendere un caffè insieme a loro, così con la scusa di realizzare un ritratto a maglia scopre le storie e i caratteri dei suoi vicini, della gente del suo villaggio. In una sorta di operazione di ricognizione delle esperienze condivise l’artista riesce in questo modo a riconnettersi più profondamente con la comunità. La maglia diventa un viatico per scoprire l’anima delle persone. "Non conosco la maggior parte dei miei modelli, ma man mano che il processo va avanti, entro in confidenza con loro":  dichiara l’artista. Secondo Liisa, l’uncinetto riflette il ritmo specifico della vita e la pazienza che è necessaria per conoscere e capire un’altra persona. "Le lente tecniche artigianali funzionano come una forza contraria al ritmo accelerato che domina ormai diversi ambiti della vita. Per me valori importanti nei miei lavori sono incontrare qualcuno in modo molto concreto, vedere l'altro per davvero e conoscerlo lentamente". La filosofia knitting è esattamente questo.


La discriminazione di genere va sfilata

Si intitola "Women’s Work" l’opera di Olivia Johnson, una graphic designer che vive a Portland (Usa), creata per rappresentare la discriminazione di genere nel mondo del lavoro. La provocazione di fondo della sua opera è la scelta intenzionale della tecnica del punto a croce, l'uso dei filati infatti rimanda ad una concezione stereotipata della donna, quale angelo del focolare, esclusa totalmente dagli ambienti di lavoro tipicamente caratterizzati dalla presenza esclusiva degli uomini. 

La Johnson riproduce una serie di ricami per ricreare a maglia le statistiche della presenza femminile nel mondo del lavoro, soffermandosi sui dati che riguardano le molesti sessuali subite dalle donne nei luoghi di lavoro, su quelli relativi alla carenza di posizioni dirigenziali femminili, su quelli che riguardano il divario retributivo tra donne e uomini o ancora su quelli che determinano discriminazioni relative alla genitorialità femminile. Nei diagrammi, viene anche mostrato l’impatto combinato di misoginia, omofobia e razzismo sull’ambiente di lavoro.


Hamburger caldo come un maglione di lana

Quale migliore trovata pubblicitaria poteva inventarsi la catena di fast food McDonald's per invogliare i suoi clienti ad assaporare un caldo panino? Siamo a Ustroń, in Polonia, in una zona dove il freddo certo si fa sentire. Ed ecco che la creatività del mondo knit viene in soccorso per l'inaugurazione di questa nuova filiale del brand del "mordi e fuggi" più famoso del pianeta.

Nel 2022, anno in cui la filiale è stata aperta, l'intero edificio è stato ricoperto di maglieria gigante, sia sulle facciate esterne che nei locali interni, per accogliere i numerosi avventori in cerca di tepore e ristoro, venuti apposta per assaporare il nuovo menù invernale che ha accompagnato l'apertura del  fast food. Per la realizzazione di questa incredibile installazione knit ci sono voluti ben quattro mesi di progettazione, oltre ventotto giorni di lavorazione per metter su i fenomenali filati colorati, coinvolgendo più di una cinquantina di operai. Un'inaugurazione davvero calorosa possiamo dire.


La pace tra i popoli è questione di intrecci

Al mondo della maglia si ispira l’opera d’arte vincitrice del concorso internazionale “Manifesto per la pace – Plakat miru”, iniziativa promossa nel 2022 dal Lions Club, rivolta agli alunni delle scuole elementari di tutto il mondo. La Giornata dei Lions con le Nazioni Unite dedicata nel 2022 alla “Pace e comprensione internazionale“ è stata celebrata in Europa il 30 marzo a Vienna, presso il parlamento austriaco.

La vincitrice del premio, una ragazza slovena di tredici anni, Anja Ro žen, ha pensato di riprodurre un lavoro a maglia per sintetizzare il concetto di pace. Nella sua opera infatti l’unione umana è rappresentata da un lavoro di maglieria, la vicinanza tra i popoli espressa come un'intreccio knit: "Il mio poster rappresenta la terra che ci unisce. Le persone si attaccano a quella accanto a loro. Se una persona si stacca, tutte le altre cadono. Siamo tutti legati al nostro pianeta e l'uno all'altro, ma purtroppo ne siamo poco consapevoli" ha dichiarato l'alunna.

Quello di Anja è un messaggio di pace forte, visivamente di impatto. Ancora una volta il mondo knit suggerisce una via alternativa alla convivenza civile e armoniosa tra i popoli. 


La disabilità spiegata grazie all'uncinetto

Si chiama João Stanganelli Jr ed è un nonno brasiliano davvero speciale. Dall'età di 38 anni soffre di vitiligine, una malattia cronica della pelle che determina l'insorgenza di chiazze chiare in diversi punti del corpo e che influisce anche sul piano sociale causando talvolta imbarazzo e vergogna. 

Da che è diventato nonno, all'età di 64 anni, João ha scelto di esorcizzare il suo problema affrontandolo con creatività, così ricorrendo ai lavori a maglia ha deciso di spiegare alla nipotina la sua diversità attraverso delle deliziose bambole fatte all'uncinetto. Ed ecco nata Vitilinda la bambola con la vitiligine, una creazione che grazie alla diffusione sui social è diventata subito famosa. In seguito João Stanganelli Jr ha ideato altre bambole con altrettante disabilità, contribuendo in tal modo alla diffusione di messaggi di inclusione sociale e di vicinanza. 


La Puglia come non l'avete mai vista

Grazie all'Intelligenza Artificiale e al talento di un pugliese trapiantato al nord, nostalgico delle bellezze della sua terra, è stata creata un'incredibile suggestione di immagini che mostrano la Puglia in un modo del tutto inedito. 

In queste ricostruzioni virtuali le meraviglie architettoniche pugliesi sembrano essere ricoperte da mantelli di intricati filati di delicata fattura, in omaggio ai centrotavola della nonna di Francesco D'Angela, l'autore dell'originale esperimento visivo. Francesco vive a Milano dal 2016 dove lavora come service designer per una società di consulenza in ambito digitale. Appassionato di Intelligenza Artificiale, soprattutto di text to image, l'ideatore della Puglia all'uncinetto ha incrociato alcune immagini di città pugliesi con foto di lavori a maglia, dopo aver trascorso una breve vacanza nella terra natia, tra Francavilla Fontana e Campomarino di Maruggio. Il risultato è davvero sorprendente.


Ombra a prova di uncinetto

Con le estati sempre più calde e torride la necessità di ombreggiare le città è diventata una priorità. In alcune metropoli il verde scarseggia e pochi sono gli alberi piantatati che consentono la naturale frescura di cui si ha bisogno. Nuove idee devono allora affacciarsi all'orizzonte e per fortuna anche in questo caso l'arte knitting ci viene in soccorso. In alcune località qualcuno ha già pensato di sfruttare l'antica arte del fare la lana per combattere i cambiamenti climatici, usando semplicemente vecchi hula hoop e tanta fantasia. L'idea è quella di riempire il cerchio di plastica con trame di maglia colorate e poi unire tra loro gli hula hoop, creando una rete gigante da appendere da parte a parte nelle strade pubbliche in modo da generare una naturale ombra per i passanti, oltre un meraviglioso effetto cromatico sospeso tra i palazzi. Questo intervento è applicabile in ogni strada cittadina, soprattutto in quei luoghi ricchi di vicoli stretti e aree pedonali.  

Nel Cilento, nel Comune di Altavilla Silentina (Sa), è stata lanciata un'iniziativa del genere grazie al gruppo delle “Uncinettine di LoryLù", un team knit che si dedica a lavori solidali. 


Knitting Tours: viaggi all'insegna della sostenibilità

Da qualche anno a questa parte alcuni tour operator organizzano viaggi e soggiorni per gli appassionati del lavoro a maglia nelle zone patria della lana, solitamente ricche di filati pregiati. Le rotte delle lana sono localizzate per lo più in Irlanda, dove sono presenti numerosi allevamenti di pecore, ma anche la Norvegia, l'Inghilterra, l'India e l'Italia stanno diventando mete interessanti per gli intenditori di knitting. In questi viaggi sono previste visite agli allevamenti di pecore, ai laboratori di maglieria, incontri con le knitter del posto attraverso seminari e meeting, visite ai negozi storici di maglieria dove è possibile acquistare filati di ottima qualità. 

Si tratta dunque di un tipo di turismo responsabile, segno di impegno di sostenibilità, poichè si raggiungono piccole comunità che usano filati prodotti in loco e talvolta di pecore a rischio di estinzione, oltre a consentire alla gente del posto di tramandare la sapienza dell'arte della lana altrimenti perduta. 


Cosa succede quando l'amministrazione pubblica si accorge del valore sociale del knitting?

La risposta arriva dal Comune di Concesio, in provincia di Brescia, dove è stato creato il "Club della Calzetta", un gruppo libero e gratuito in cui chiunque può cimentarsi nel lavoro a maglia, senza vincoli di età o genere, il gruppo infatti si riunisce nell’ottica dell’educazione tra pari, ovvero ognuno insegna quello che sa, i principianti sono aiutati dai più esperti, incoraggiando lo scambio e la condivisione delle esperienze, in piena filosofia knitting. 


La giornata mondiale del lavoro a maglia in pubblico

Esiste dal 2005 la giornata celebrativa che vede gli knitters di tutto il mondo riunirsi per lavorare insieme a maglia in luoghi all'aperto. L'evento si chiama "World Wide Knit in Public Day" ed è stato ideato da Danielle Landes. Attualmente è il più grande evento di lavoro a maglia comunitario esistente. Ogni evento locale è organizzato da un volontario o da un gruppo di organizzatori. Il WWKIPDAY si svolge il secondo sabato di giugno di ogni anno in tutto il mondo. Per partecipare bisogna registrarsi sull'apposito sito web dove è possibile trovare gli eventi che si svolgeranno in contemporanea in ogni parte del pianeta. Il WWKIPDAY è un significativo momento di consacrazione della filosofia knitter.


Una coperta all'uncinetto da record

Il Guinness dei primati per la coperta crochet più grande del mondo è attualmente detenuto dall'India, primato ottenuto nel 2016 grazie alla realizzazione di una coperta di 11.000 metri quadrati. La mastodontica opera è stata realizzata grazie alla collaborazione di circa ventimila donne, riunite sotto l'etichetta delle Mother India Crochet. 

L'anno precedente il record era detenuto dall'Italia, con una coperta realizzata dal gruppo PicknitArtcafé di Trieste. La maxi coperta italiana misurava 2886 metri quadrati e dopo l'esposizione in piazza Unità d'Italia a Trieste la coperta è stata smontata in singoli pezzi che sono poi stati venduti e il cui ricavato è stato destinato all'Aism Trieste, l’Associazione italiana sclerosi multipla.


Si possono indossare i paesaggi?

Certo che si può, ci ha pensato Sam Barsky, un'artista knitter che grazie alla sua manualità con i ferri da lana realizza maglioni che riproducono i paesaggi che visita. Sam originario di Baltimora negli Usa ha iniziato a lavorare a maglia quasi per caso, in un momento deprimente della sua vita. Da allora pare aver trovato il segreto della felicità e non ha più smesso. Sam realizza larghi maglioni di lana che ritraggono i luoghi che visita oppure le stagioni o le festività. Grazie ai simpatici selfie che posta in internet dove lo si vede indossare il maglione con il paesaggio reale che spunta alle sue spalle, Sam ha raggiunto un'incredibile notorietà. Adesso è un personaggio pubblico, ben noto in rete. I suoi singolari maglioni di lana non sono in vendita ma le riproduzioni di questi su t-shirt sì. 


Il fast fashion patologico si combatte a suon di uncinetto

Un modo interessante per contrastare il consumo forsennato degli abiti "usa e getta", tra le principali cause di inquinamento ambientale e sfruttamento umano, arriva proprio dal lavoro a maglia. Gli abiti confezionati con le proprie mani sono una risposta alla dilagante mania del fast fashion. I vantaggi di avere un guardaroba hand made sono facilmente intuibili: capi unici, filiera cortissima, gratificazione creativa, impatto ambientale ridotto, sfruttamento del lavoro inesistente. Abbracciare la filosofia knitter è segno di impegno ambientalista. Realizzare personalmente i capi del proprio guardaroba genera un approccio alla moda più sostenibile e rispettoso dell'ambiente.